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Database dei ritrovamenti e degli esemplari in collezione di Imenotteri Apoidei d'Italia

 
Ci troviamo nel bel mezzo di un momento storico sul cammino della condivisione del patrimonio naturale del pianeta. Dai primi anni 2000 è iniziata l'era della digitalizzazione delle collezioni di esemplari.
 

Cos'è la digitalizzazione dei dati e perché conviene

 
In campo informatico, la digitalizzazione è il processo di trasformazione di un'immagine, di un testo, di un documento in un formato digitale, interpretabile da un computer.
I vantaggi in campo tossonomico sono molti. In primo luogo la possibilita di condividere i dati con la comunità scientifica, amatoriale e tecnica di tutto il mondo. Tra i vantaggi principali c'è anche la protezione dei dati: se l'esemplare dovesse essere distrutto ne rimarrebbe l'informazione. In molti casi, inoltre, le immagini possono sostituire gli esemplari reali, abbattendo la necessità dei prestiti.
 
Dai primi anni 2000 la possibilità di condividere dati digitalizzati ha permesso di aggregare milioni di record in depositi (banche dati). Negli ultimi anni è in atto una tendenza ad accellerare tale processo, con la creazione di grandi compagnie di digitalizzazione e l'erogazione di importanti finanziamenti per i più importanti musei del mondo, che detengono milioni di esemplari.
 
L'Italia è assai indietro nel processo di digitalizzazione dei dati di reperti naturali. I due maggiori progetti pubblici di digitalizzazione sono il CK-Map, un progetto dimostrativo conclusosi nel 2006, e il Network Nazionale della Biodiversità, tuttora in atto, che si ripromette di digitalizzare i dati italiani sulla biodiversità rendendoli disponibili attraverso il portale www.naturaitalia.it
 

I record sulle specie di api contenuti in questi database non sono molto numerosi 

rispetto a quelli di altri paesi europei dove il processo è in forte progresso. Al contempo, i dati italiani sono attesi dalla comunità scientifica internazionale a causa della alta biodiversità che contraddistingue il nostro paese. I ritrovamenti possono essere registrati a partire dalla letteratura scientifica e amatoriale, cui oggi si aggiungono i dati geografici del materiale fotografico condiviso in rete, e dai cartellini degli esemplari custoditi nelle collezioni scientifiche e private 

 

Gli esemplari di apoidei dei principali musei italiani sono da digitalizzare

Da un'indagine compiuta nel 2000 nell'ambito del progetto AMA - Ape, Miele, Ambiente - finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole, almeno 150.000 esemplari di apoidei sono contenuti nelle collezioni dei principali musei italiani. Questi sono per la maggior parte ancora da registrare e molti devono essere ancora identificati. Nelle collezioni sono anche custoditi esemplari risalenti all'800 e al '900. La registrazione in una banca dati permette di stimare se una specie è stabile o in declino, permettendo di rilevare l'eventuale condizione di vunerabilità di una specie e l'opportuna predisposizione di programmi di conservazione nelle aree protette.

 

 

Come posso contribuire?

 
Se hai una collezione privata con esemplari identificati, o sei a conoscenza di una collezione museale che ospita esemplari di api selvatiche identificati che non sia mai stata digitalizzata, contattaci per partecipare al processo di digitalizzazione su base volontaria.